Ricerca di sé(nso)

L’accordo minore

Eh sì, ogni tanto ci vuole pure quello.
Perché è vero che, banalmente, la vita non è sempre rose e fiori.
E tra le note positive può insinuarsi un accordo minore, capace di durare anche tutta una settimana.

Allora ci può stare una giornata intera programmata (e, sostanzialmente, persa) in funzione di un evento che, nel frattempo, è stato annullato a tua insaputa.
Ci può stare un pomeriggio di insensato vagabondaggio sotto la pioggia, Villa Borghese deserta, il freddo nelle ossa, un senso di solitudine che ti esalta e atterrisce al tempo stesso.
Ci può stare anche la monotonia di giorni che trascorrono col freno a mano inserito, senza che accadano episodi degni di nota (positiva, s’intende).

Eppure, così come alla mia gioia incontenibile, sento di essere “affezionata” anche alla mia malinconia, alla mia tristezza, alle mie lacrime silenziose.
Fa tutto parte dell’altalena emotiva che mi dondola dentro.
[Appena ho scritto questa frase mi è tornata in mente l’altalena che avevo da bambina, mi piaceva tantissimo. Ne vorrei una anche adesso 🙂 ]

La fiducia minata, uno sforzo non riconosciuto, comportamenti che deludono, la sensazione di essere come Tantalo, che cerca di afferrare con tutte le sue forze frutti prelibati che continuamente gli sfuggono.
Quando mi sento giù di tono (tanto per mantenere la metafora musicale), in realtà, maturo una coscienza più profonda delle mie emozioni, con pazienza ed esercizio riconosco le cause dei miei stati d’animo, provo a dar loro un nome e accetto di viverli per come si presentano, senza ostinarmi a combatterli con maschere e falsità, ma cercando comunque la forza per non lasciarmi travolgere.

Cantando in un coro, mi capita spesso di intonare scale maggiori e minori e di studiare brani che iniziano in tonalità minore e finiscono in maggiore.
Su e giù, piano e forte, lento e vivace, triste e allegro, l’armonia scaturisce anche (e soprattutto) da un intreccio di contrasti.

Nella maggior parte dei casi, riesco a placare un po’ la tempesta con un bel libro o ricorrendo alle mie canzoni del cuore.
Quella che condivido con voi è particolarmente adatta, viste le condizioni atmosferiche degli ultimi giorni, che di certo mi hanno aiutato ben poco in termini di buon umore.

E per quanto, anche adesso che chiudo questo articolo non mi senta proprio al top, conservo la speranza di rivedere il sole al di là delle nuvole.

Up above the clouds” Turin Brakes

one, two, three, four
up above the clouds, it is always a blue sky
some will try a trick, but you just look them in the eyes
what will they do, when the money runs dry?
where will they go, when the jet planes can’t fly?
when all is said and done i will love you
when all is said and done i’ll still love you
starring out at the stars, you feel helpless and so small
nothing but closed down bars, no one helps you when you fall
one day this world will be returning to this prime
we’ll all be gone, there’ll be no more roads to find
when all is said and done i will love you
when all is said and done i’ll still love you
the rain came again,
cleaning the dream and it always makes me cry, oh my
something about the rain, it sends memories through my veins
memories always stain, you can’t wash them down the drain
where will i go when my broken body dies?
and what will i know when i look up to the skies?
when all is said and done will you love me?
the rain came again, cleaning the dream
and it always makes me cry, oh my
up above the clouds, it is always a blue sky
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Community organizer a Corviale (RM), community manager di GigsGuide e Calciosociale Italia, soprano nel Coro Giovanile Lavinium e nel Coro della Cappella Musicale della Chiesa degli Artisti. Appassionata di editoria, scrittura, musica e viaggi.

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